VESTIAMO IL MARE

1 secondo ago

Giugno 2021

Marina Spadafora

Dagli abissi ai nostri armadi. Alghe, pelli di pesce e reti da pesca diventano tessuti

Il mare ci chiama e ci trasmette energia e bellezza. Chi non ama la sensazione elettrizzante di un tuffo nel blu? Oggi il mare è in pericolo con tutto l’ecosistema che ne fa parte. La moda può aiutare a ripulire gli oceani e a rispettare le loro creature e la loro vegetazione. Ricordiamoci che le foreste marine nel loro complesso assorbono più CO2 delle foreste su terra! Per esempio, le foreste dell’alga kelp assorbono la CO2 dall’aria trasportandola a grandi profondità e trasformandola in biomassa marina. Dall’osservazione e dallo studio di questa meravigliosa alga nasce il filato Seacell. Questo tessuto innovativo al contatto con la pelle rilascia minerali che la rivitalizzano, protegge contro i radicali liberi, scherma i dannosi raggi Uv ed è anche antinfiammatorio, decongestionante e tonificante.

Preservare questo vitale ecosistema e ripulirlo dalla plastica è la missione dell’azienda spagnola Ecoalf che collabora con l’italiana Aquafil, che recupera le reti da pesca fantasma abbandonate dai pescherecci industriali e le trasforma in nylon riciclato che viene utilizzato anche per fare bellissimi costumi da bagno.

Safilo invece ha lanciato, in collaborazione con l’organizzazione no-profit The Ocean Cleanup, gli occhiali da sole in plastica riciclata proveniente dal Great Pacific Garbage Patch, che è un’isola formata da un enorme accumulo di spazzatura galleggiante, composto principalmente da materiali plastici, nell’Oceano Pacifico.

Vivienne Westwood, da sempre impegnata nella batta glia ambientale, ha creato con Eastpack la linea Save our Oceans, dedicata alla salvaguardia dei mari, in nylon riciclato da plastica marina e con stampe ispira te a disegni di creature acquatiche del XIX secolo.

E che dire della pelle di pesce? Viene considerata un’alternativa sostenibile alla pelle tradizionale. Anch’essa sottoprodotto dell’industria alimentare, con la differenza che i pesci rispetto agli ani mali terrestri non causano fenomeni come la deforestazione. È meno inquinante dal momento che i pro cessi di concia e di tintura utilizzati per i pesci sono molto meno aggressivi per l’ambiente di quelli utilizza ti per le pelli di mammiferi. Il prodotto finale risulta leggero, resistente ed elastico e ha sostenitori entusiasti come John Galliano, Prada, Christian Dior, Louis Vuitton, Salvatore Ferragamo e Nike.

Esiste un altro tessuto molto interessante che deriva dai granchi e si chiama Crabyon. Simile al cotone, è utilizzato in medicina e nel tessile. Brevettato in Giappone, riconverte gli scarti dell’industria alimenta re, trattiene l’umidità e aiuta a cicatrizzare le ferite. È biodegradabile e antibatterico grazie alle proprietà del chitosano, un carboidrato che deriva dagli scheletri esterni dei crostacei, di cui è composto.

Perfino Pharrell Williams è sceso in campo per il mare con la capsule G-Star Raw for the Oceans. La collezione è fatta con la fibra di denim Bionic Yarn derivata dal riciclo di plastica marina, in collaborazione con l’associazione Parley for the Oceans, movimento globale nato per ripulire i mari e le spiagge che ha partner come Adidas e come la stylist Iris van Herpen che ha creato abiti couture con il materiale Parley Ocean Plastic® per la nuova collezione p/e 2021. Pare proprio che il mondo della moda si stia attivando per salvare l’ecosistema marino e per salvare noi stessi.

Quest’estate ricordate di portare una borsa vuota in spiaggia per riempirla con la plastica gettata che riuscite a recuperare. Buon mare a tutti!

NATURAL FASHION
a cura di 
MARINA SPADAFORA Stilista e attivista green, è coordinatrice per l’Italia di Fashion Revolution, movimento che si batte per una moda equa e sostenibile