VESTIREMO ALLA FRUTTARIANA

1 secondo ago

Marzo 2021

Marina Spadafora

Borse di pelle all’uva, foulard dalle arance: nella moda sostenibile l’Italia è al top

Viviamo in tempi incerti e tumultuosi, pieni di paure, ma anche di potenzialità, che vanno affrontati con idee nuove, rivoluzionarie e coraggiose: un futuro migliore è possibile, ma soprattutto necessario. I giovani si stanno sempre più indirizzando verso la scienza e la tecnologia come scelte di studio, hanno intuizioni sorprendenti e, grazie a fondi privati e pubblici, fondano start up che lasciano il segno. Nel campo della moda la direzione comune riguarda la ricerca di alternative sostenibili ai materiali usati finora, in gran parte prodotti recando grave danno all’ambiente. L’Italia è all’avanguardia in questo settore, vantando alcune delle innovazioni più importanti sul mercato.

Orange Fiber è una di queste. Due giovani siciliane, Adriana Santanocito ed Enrica Arena, che si sono chieste come utilizzare la grande quantità di rimanenze alimentari della produzione dei succhi d’arancia industriali. In collaborazione con il Politecnico di Milano, hanno messo a punto un polimero derivato da questo scarto che diventa filo e poi tessuto, bellissimo, dalla mano serica. Ferragamo è stato il primo marchio a utilizzarlo con successo. Oggi l’azienda è anche a kilometro zero, avendo messo i macchinari direttamente nei capannoni di un’impresa che produce succhi.

Vegea wine leather in Toscana è invece partita dalla grande produzione di vino del territorio che crea montagne di scorie. Da qui l’idea di trasformarle in una materia spalmabile su una base di cotone organico per creare una pelle vegana totalmente naturale e vegetale.

Frumat in Alto Adige segue lo stesso principio riutilizzando rimanenze della produzione di succo di mele per creare prodotti simili alla carta e alla pelle. Sempre in questa regione, a Trento, Aquafil recupera le reti da pesca abbandonate in mare che trasforma in un mate riale di nylon riciclato, Econyl, adottato anche da gran di maison come Prada e Gucci che così evitano il nylon derivante da una risorsa non rinnovabile come il petrolio e in più contribuiscono a ripulire i mari. Infine, Berto denim è un’azienda italiana storica, che ha appena celebrato i 30 anni e ha sempre investito molto nella ricerca. Oggi è leader nella produzione di denim sostenibile che include prodotti fatti con denim riciclato, trattamento all’ozono che sanitizza naturalmente il tessuto e fa risparmiare l’85% di acqua emettendo il 35% in meno di CO2, e cotone organico, coltivato con meno acqua e zero pesticidi.

  1. 1. Un foulard di Ferragamo creato utilizzando una fibra proveniente dalla lavorazione delle arance.
  2. 2. Uno scampolo di pelle vegana realizzata da Vegea, derivata dagli scarti dell'uva.
  3. 3. 3. Una giacca a vento di Napapijiri in nylon riciclato Econyl.

NATURAL FASHION
a cura di  
MARINA SPADAFORA Stilista e attivista green, è coordinatrice per l’Italia di Fashion Revolution, movimento che si batte per una moda equa e sostenibile