L’USATO RIGENERATO E’ IL NUOVO LUSSO

1 secondo ago

Gennaio 2022

Marina Spadafora

Recuperare e rielaborare capi usati frena i consumi e aiuta il pianeta

Spesso ci chiediamo cosa possiamo fare in più per contribuire a rendere la nostra società sostenibile e equa.

Come consumatori di moda oggi abbiamo nuove, straordinarie e fantasiose possibilità, che derivano dalla pratica dell’upcycling. Cosa vuol dire innanzitutto upcycling? Significa prendere qualcosa che già esiste e trasformarlo creativamente in un nuovo oggetto. Una tendenza che ha trovato nuovo impeto negli ultimi anni e che sta riscuotendo molto successo tra i giovani e non solo. Personalmente utilizzo molto l’upcycling come metodo di apprendimento nelle scuole di moda. Chiedo ai ragazzi di partire da capi usati e poi, attraverso il processo creativo, di disassemblarli e creare dal caos bellezza.

Il corso Fashion Identity che tengo alla Domus Academy fa proprio questo, e abbiamo trovato in Humana Vintage un partner eccezionale. Mi reco a inizio corso con gli studenti presso la sede di raccolta e smistamento di Pregnana Milanese: l’accesso a questa sede, dove vengono processate 156 tonnellate di abiti dismessi ogni giorno, è il migliore insegnamento per gli studenti. Le cataste di balle di abiti danno immediatamente la sensazione di cosa non funziona nel sistema moda oggi. Troppa produzione a scapito di persone e ambiente, troppi acquisti spesso neppure utilizzati. Fortunatamente Humana dà una nuova vita a tutto questo scarto, selezionandolo e rimettendo in vendita quello che si può, separandolo tra vintage (se i capi hanno un minimo di vent’anni di vita) e second hand, se hanno origini più recenti.
Con il ricavato delle vendite finanzia poi numerosi progetti umanitari nel Sud del mondo. Gli studenti hanno la possibilità di cercare capi tra quelli che Humana mette a loro disposizione e di portarli a casa e a scuola per iniziare a lavorare su un progetto che abbia un senso, non solo stilistico. La trasformazione è sempre straordinaria e la creatività porta alla realizzazione di capi veramente unici.

Esistono tanti marchi che hanno fatto dell’upcycling la loro bandiera e il loro modus operandi.
In Italia, per esempio, Blue of a Kind recupera denim post consumer e lo riassembla in capi rigorosi e dal design zen.

Nasco Unico si concentra sul blazer ricavando capolavori di sartoria da tessuti che a volte vengono dall’arredo.

Progetto Quid recupera i tessuti dalle aziende tessili che hanno giacenze che non intendono utilizzare, e che quindi finirebbero in discarica, e li trasforma in bellissimi abiti dal tocco bohémien.


Lo stesso fa il negozio e atelier Le Gallinelle a Roma, in via Panisperna: qui i tessuti recuperati vengono da griffe come Paul Smith e Versace.

Anche Miu Miu infine ha lanciato un’interessante. Iniziativa che coinvolge le clienti: Upcycled by Miu Miu recupera i capi iconici dai loro guardaroba e, dopo averli sistemati, li rimette in vendita.

NATURAL FASHION
a cura di  
MARINA SPADAFORA Stilista e attivista green, è coordinatrice  per l’Italia  di Fashion Revolution,  movimento che si batte per una moda  equa e sostenibile