FASHION REVOLUTION 2022

THE FASHREV LAB

Inaugura il 05 maggio, alle ore 18:00, la FashRev Lab, evento che Fashion Revolution Italia porta negli innovativi spazi di D-House by DYLOAN a Milano per rafforzare la propria campagna per un’industria della moda piu responsabile, innovativa ed etica.

“Dopo due anni di presenza digitale siamo contenti di tornare con un grande evento fisico” afferma Marina Spadafora, country coordinator di Fashion Revolution Italia. “Abbiamo pensato e concepito FashRev Lab come un appuntamento per aggiornare la nostra community sui passi avanti fatti dal 2013 ad oggi e al tempo stesso mostrare l’innovativa progettualità di designer e realtà, emersi in questi ultimi anni, che sposano appieno i nostri valori sociali e ambientali”.

I tre piani di D-house by DYLOAN laboratorio urbano, ospitato all’interno di LOM-Locanda Officina Monumentale, con l’ausilio dei suoi partners nazionali e internazionali diventeranno infatti dei laboratori a cielo aperto nei quali il pubblico avrà la possibilità di interagire con designer intenti ad operare con alcune delle più innovative tecnologie in ambito tessile, innovazioni che offrono nuove possibilità per il recupero, riutilizzo e creazione di materiali, abiti e accessori. Dai ricami digitali dell’azienda Coloreel, realizzati a partire da un unico filo bianco di poliestere riciclato che viene tinto durante il ricamo ad originali utilizzi di stampanti 3D di ultima generazione di Stratasys per dare nuova vita a tessuti e capi altrimenti scartati, al robot collaborativo di Universal Robots, alla tecnologia di termosaldatura di Framis.

Tra i partecipanti di questa edizione di FashRev Lab ci sono realtà esclusivamente italiane: Andrea Rosso con il brand MYAR, il brand Rearea di Aurora Mazzi e Elia Docente, uno dei vincitori del Vogue Upcycling Contest, la piattaforma Must Had - The Refashion Platform che mette brand e giovani artigiani in connessione per creare originali progetti di upcycling, e ancora il giovane collettivo di Revibe, piattaforma e-commerce nata per soli brand dediti alle pratiche dell’upcycling. Entrambe le piattaforme porteranno in scena una loro selezione di designer e brand. E ancora designer pionieristici nel campo come Gilberto Calzolari, Fabrizio Consoli di Blue of a Kind, Mauro Simionato di Vitelli e Tiziano Guardini, artefice della capsule La Fiaba realizzata da Dyloan partire da piumini invenduti. E infine i brand Nasco Unico, Bennu,Fade Out label, Florania, Giglio Tigrato, Reamerei e i giovani designer Marcello Pipitone e Cristina Falsone. Curatori dei contenuti, in collaborazione con il team di Fashion Revolution Italia, sono Stella Stone e Joshua Conor Billsborough.

Durante la serata di inaugurazione, alle ore 19:30, prenderanno la parola l’on. Emma Pavanelli, senatrice e membro della Commissione Ambiente del Senato della Repubblica Italiana, e Marina Spadafora. Verranno forniti aggiornamenti sui progressi fatti in ambito legislativo per garantire giustizia sociale e ambientale nell’industria tessile e sugli obiettivi raggiunti con le campagne di Fashion Revolution. Negli ultimi anni gli sforzi e l’impegno di centinaia di milioni di attivisti in tutto il mondo hanno infatti dato i loro frutti. Sono tantissimi ormai i brand monitorati dal Fashion Revolution Transparency Index, strumento di verifica del livello e qualità di trasparenza delle informazioni raggiunta dalle più grandi case di moda e retailer globali. E rilevanti i passi avanti fatti in termini di sensibilizzazione del mercato: più del 70% dei consumatori ora si aspetta di avere da parte dei brand informazioni verificate sull’origine, natalità e modalità produttive dei capi di abbigliamento.

L’evento sarà aperto al pubblico dalle ore 18:00-21:00 nella sede di D-House by Dyloan in via Galileo Ferraris 1, Milano.

D-house by DYLOAN è un laboratorio urbano dedicato al R&D, all’innovazione e alla formazione nell’ambito delle tecnologie applicate all’industria manifatturiera.

Supporter dell’evento, che faranno da accompagnamento alla serata, le birre premium artigianali di BIOVA Project, realizzate grazie al recupero di pane invenduto.

photo credits Alex Ravenoldi